PALINSESTO E DINTORNI: Informazione ma non troppo: la collaborazione con Il Giorno
di Ermanno Uno
I palinsesti delle televisioni private sul finire degli anni Settanta dedicano ancora poco spazio all’informazione locale. Salvo rari casi, i minuti riservati ai notiziari sono poca cosa rispetto all’intera programmazione, più o meno variegata e con un occhio di riguardo all’intrattenimento e al cassettato, ovvero film, telefilm e cartoni animati.
Il successo di Antenna 3 Lombardia, si sa, è legato a doppia mandata allo spettacolo di varietà. Le lunghe dirette che ogni sera vengono realizzate dallo studio 1 con musica, giochi e comicità sono la cifra stilistica dell’emittente e il perno intorno al quale ruota la programmazione.
Ma già a partire dalla prima stagione (1977/78) fa la sua comparsa il telegiornale locale. Del resto lo aveva annunciato lo stesso Enzo Tortora, che dell’emittente è Direttore Responsabile e Direttore dei Servizi Giornalistici, durante la cerimonia di apertura: “daremo spazio all’informazione locale con un modo nuovo di raccontare i fatti”.
Come ricorda Angelo Costanza, responsabile commerciale per i primi quattro anni di Antenna 3, l’idea fu quella di stipulare un accordo con un quotidiano per non gravare sulle risorse interne: “La scelta ricadde su Il Giorno che all’epoca era il meno politicizzato, proprio su input di Enzo Tortora che rimarcava l’esigenza e il dovere di non legarsi a nessuno schieramento politico”.
Il Giorno nel 1977, sotto la direzione di Gaetano Afeltra viaggiava su una media di 150.000 copie giornaliere vendute.
Si inizia così con due edizioni quotidiane, alle 19.30 e dopo le 23. Una cinquantina di notizie a carattere locale, brevi dall’interno e dall’estero. I testi vengono inviati alla sede di Antenna 3 attraverso un sistema tele-trasmittente chiamato Infotec, una sorta di telefax. Non vi sono sale attrezzate per la trasmissione diretta dalla sede della redazione all’emittente; i servizi filmati per essere messi in onda devono essere recapitati da un corriere. La lettura del tg viene effettuata da speakers professionisti forniti da Antenna 3 Lombardia. Sono previste coperture mediante video o diapositive.
Una sperimentazione interessante, ma di certo non il punto di forza dell’emittente. Non a caso ancora oggi è ricordato soprattutto per la sigla Oxygene di Jean-Michel Jarre.
Riportiamo un’interessante intervista del 1978 al caposervizio Aldo Catalani:
Al 4” piano dell’edificio che ospita il giornale, in una stanza un po’ sacrificata, incontriamo Aldo Catalani caposervizio dell’edizione televisiva de « Il Giorno » diffusa da Antenna 3 Lombardia.
Com’è cominciata la vostra collaborazione con Antenna 3 Lombardia?
« Il nostro lavoro comincia nello scorso ottobre. La proprietà del giornale nell’ambito delle iniziative tendenti a rilanciare questa testata, aveva concluso un accordo con Enzo Tortora per la diffusione di un telegiornale curato dalla redazione de Il Giorno. L’accordo chiarisce che la collaborazione tra II Giorno e Antenna 3 Lombardia è gratuita per le due parti: noi forniamo alcuni servizi ed ospitiamo il tamburino dei programmi di Antenna 3, per parte sua, all’interno dei programmi televisivi nei quali non interveniamo, Antenna 3 ci garantisce la segnalazione di alcune nostre iniziative. Questo per quanto concerne la parte diciamo così «economica» dell’accordo; per quanto invece riguarda il lavoro giornalistico si garantisce l’assoluta indipendenza della nostra redazione da quella di Antenna 3. Per riprendere il discorso, in ottobre abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto. In quattro siamo stati distaccati dalla cronaca de II Giorno ed abbiamo cominciato ad approntare i testi di un possibile telegiornale. Dovevamo cominciare in novembre e quindi i tempi di preparazione erano abbastanza stretti ».
Avete trovato difficoltà nel passare da un lavoro giornalistico tradizionale ad uno tagliato sulle necessità dell’informazione televisiva?
« Beh non è stato facile abituarsi a scrivere pezzi brevissimi, riguardati secondo gli standard di un quotidiano, ma il problema maggiore è risultato essere quello del tempo. I nostri tempi, quelli della redazione televisiva intendo, sono sfalsati rispetto a quelli del giornale. Dobbiamo avere pronta una prima edizione per le 19 mentre i nostri colleghi hanno tempo fino alle 21. Utilizzando come fonti di informazione quelle del giornale ed essendo queste misurate sulle esigenze del giornale, ci troviamo sempre a lavorare in tempi brevissimi: le notizie cominciano ad affluire sui nostri tavoli verso le 17 e in due ore bisogna vagliarle, riscriverle e trasmetterle ».
Come scegliete le notizie da trasmettere?
« La nostra attenzione va principalmente alle notizie locali Crediamo infatti che, stante il carattere limitato dell’emissione l’utente sia interessato a fruire di un servizio che la Rai non può offrirgli. Naturalmente non scartiamo le grosse notizie nazionali ed estere ma preferiamo trattarle in poco spazio. Ribaltiamo insomma l’impostazione tradizionale della nostra stessa testata. Cerchiamo inoltre di trasmettere il maggior numero di notizie possibili. L’informazione locale nei giornali è sempre relegata nelle pagine interne e lo spazio a sua disposizione è piuttosto ridotto, mentre noi crediamo che sia necessario informare anche sulle realtà locali e questo della televisione ci sembra un mezzo abbastanza utilizzabile ».
Ma privilegiando la quantità di notizie non correte il rischio di fornire un’informazione approssimativa?
«Ecco, come mi sembra chiaro da quanto dicevo prima, il nostro telegiornale ha delle caratteristiche particolari, di informazione locale e dunque non si pone sul terreno dell’informazione nazionale, ma vi è un ulteriore aspetto della nostra scelta che è importante precisare: col nostro lavoro di informazione noi intendiamo stimolare un approfondimento, insomma il segnalare che a Milano è successa una cosa qualsiasi deve, oltre che costituire un elemento di informazione, costituire uno stimolo per chi accoglie questa notizia a saperne di più la mattina dopo ».
A comprare il giornale insomma?
« Anche, ma sarebbe banalizzare i nostri intenti se tutto si riducesse a questo: non vendiamo insomma un giallo senza il finale; cerchiamo di dare tutti i particolari possibili ma non pretendiamo di sostituirci agli strumenti di informazione tradizionali che certo possono offrire una completezza di informazione maggiore. Il nostro punto di forza rispetto al giornale non è infatti la completezza ma la prontezza dell’informazione: noi possiamo dare una notizia e commentare con immagini questa notizia con 10-12 ore di anticipo sul quotidiano».
Questo suo accenno alle immagini solleva un altro problema e cioè come organizzate le immagini nel vostro telegiornale?
« Da questo punto di vista siamo ancora ad un livello abbastanza artigianale. Insieme alle notizie di agenzia riceviamo naturalmente anche telefoto, oltre a poter disporre delle foto dei reporter della redazione; generalmente utilizziamo questo tipo di materiali per commentare le notizie. Abbiamo però cominciato a realizzare servizi più propriamente televisivi utilizzando video-registratori e poi montando in editing. Per il momento siamo in una fase di rodaggio ma già ci affidiamo a questi strumenti per documentare dibattiti ed interventi esterni. In ogni caso non si può dire che l’uso dell’immagine nei servizi giornalistici sia l’aspetto del nostro lavoro che abbiamo meglio analizzato. Abbiamo probabilmente ancora molto da imparare sullo argomento. Siamo comunque ben consci della grande ricchezza ed immediatezza dell’immagine, ma crediamo comunque che non sia sempre facile utilizzare correttamente queste particolarissime prerogative dell’immagine ».
Abbiamo parlato di come è cambiato il vostro atteggiamento nei confronti della notizia; questo ha anche portato all’instaurarsi di rapporti diversi con i vostri colleghi?
« No, non direi, anche se possiamo, credo, lamentarci di una scarsa sensibilità del resto della redazione nei confronti del nostro lavoro. Spesso bisogna sperare che un collega si ricordi di noi per avere una notizia. Non è ancora naturale evidentemente pensare a noi come ad una parte integrante del giornale, ma forse questo è chiedere troppo dopo solo otto mesi di lavoro ».
Come sono i vostri rapporti con la redazione di Antenna 3 Lombardia?
«In generale direi buoni. Il nostro lavoro è apprezzato e gli spazi offertici sono soddisfacenti. Certo il nostro non è un idillio. Ci sono stati screzi anche gravi. Per esempio durante la vicenda del rapimento dell’on. Moro all’interno dell’edizione straordinaria del 9 maggio, il giorno del ritrovamento del corpo del presidente democristiano, era stato messo in onda un servizio curato da Cozzi, cronista di Antenna 3, che a nostro avviso era improntato ad un livido antisindacalismo, una posizione che non ci sentiamo di poter avallare; inoltre si trattava di una iniziativa unilaterale che minava l’indipendenza della redazione del telegiornale. In segno di protesta abbiamo sospeso due edizioni del telegiornale, dopo di che sono arrivate le scuse di Tortora. Ci sono anche alcuni servizi redazionali di Antenna 3 che non condividiamo ma, assunta come base del rapporto la reciproca indipendenza delle due testate, non sarebbe lecito un nostro intervento. Il caso di Cozzi era invece diverso, comunque non si è più ripetuto ».
Le due redazioni sono insomma abbastanza impermeabili.
« Direi di sì. D’altronde questo era negli accordi di cui parlavamo all’inizio ».
Avete rapporti con colleghi giornalistici che fanno il vostro stesso lavoro per altre emittenti?
« No, se non quelli del conoscersi di nome o di vista. D’altronde il nostro telegiornale è abbastanza particolare e molto diverso da quello che II Giornale Nuovo realizza, ad esempio, per Tele Montecarlo».
Parliamo un po’ dei rapporti col pubblico: avete contatti con gli utenti di Antenna 3?
« Se per contatto intende quello caratteristico delle radio di informazione locale che rendono gli ascoltatori oltre che fruitori anche produttori di notizie con interventi segnalazioni ecc., la risposta è no. Certo abbiamo contatti con gli utenti di Antenna 3, anzi abbiamo un rapporto abbastanza strano per il quale telefonano alla redazione televisiva de II Giorno per avere informazioni giornalistiche».
Questo significa che le due iniziative si confondono?
« No, non sto dicendo questo, anzi la testata televisiva II Giorno è ben individuata col giornale; ne sono una riprova i dati di vendita del quotidiano aumentati del 12-13% nelle zone di ricezione di Antenna 3 Lombardia ».
Insomma commercialmente è un’iniziativa che rende.
« Certamente, ma penso che renda anche dal punto di vista di una accresciuta sensibilità per l’informazione locale. L’attesa della regolamentazione limita naturalmente il nostro intervento ma se la situazione si chiarisse investire forze e capacità nell’emittenza televisiva locale potrebbe dare degli ottimi risultati».
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